Fabio Palma

Infinite jest

Febbraio 15, 2024
di Fabio Palma
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DA CHIGURH A…L’ATLETA DI SUCCESSO

L’allegoria è una forma potentissima di espressione perchè costringe anche a ragionare e rimane valida per millenni.

Il superbo dialogo di Cormac Mac Carthy fra i due killer, magistralmente rappresentato dai Flli Cohen nel film Non è un paese per vecchi (e il libro è perfino superiore), è, dopo il dialogo fra Gesù e Ponzio Pilato, l’allegoria che più mi ha scosso in vita mia. Fra parentesi, il dialogo sulla monetina nello stesso libro e quindi film, è al terzo posto…poi a ruota almeno una ventina sparsi fra la trilogia della frontiera e Meridiano di sangue.

Ma veniamo al dialogo

Anton Chigurh: Va bene. Toglimi una curiosità. Se le regole che hai seguito ti hanno portato fino a questo punto a che servivano quelle regole?
Wells: Hai una vaga idea di quanto tu sia pazzo?
Anton Chigurh: Parli della natura di questo discorso?
Welles: Parlo della tua natura… ti… ti posso dare i soldi. Anton.

==> non si può comprare il destino, non puoi sfuggirlo, non ci sono scorciatoie. Si fanno delle scelte, e il risultato finale è uno e uno solo, e non puoi più tornare indietro

E da qui potete ora leggere questo articolo con mio intervento

Novembre 9, 2023
di Fabio Palma
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INTERVISTA MERIDIANI MONTAGNE, 2022

Come è nata la tua passione per le scalate?
Avevo iniziato con Speleologia e Canyoning intorno ai 25 anni, poi per puro impulso
casuale intorno ai 30-32 andai un giorno da solo alla falesia di Civate, incontrai un ragazzo
che si terrorizzò ad assicurarmi perché caddi malamente almeno 5 volte ripartendo
sempre come se niente fosse. Diventammo inseparabili, e cominciai a scalare una volta la
settimana dal week end dopo che nacque mio figlio, ottobre 1999. Per giunta è il mio commercialista da anni, il mitico Gipeto, per l’apertura delle braccia.

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Come è avvenuto il tuo. cambiamento professionale da ingegneria alle scienze motorie?
Ho abbracciato molte passioni nella mai vita, per esempio dal 2005 al 2012 ho davvero
studiato tanto la letteratura americana contemporanea a livelli di Master universitario, e le
scienze motorie le avevo dovute apprendere a metà anni ’90, quando divenni allenatore di
calcio a 5 dopo aver rotto il crociato. Quando dovetti sostituire nel 2016 un istruttore dei
ragni con la squadra U14, ovviamente mi misi a studiare di nuovo per non fare danni. Il
corso di scienze motorie in questi anni lo trovai però molto arretrato. Mio figlio era
ossessionato dall’allenamento alla Forza, leggeva montagne di pubblicazioni straniere e
seguiva su youtube tutorial e lezioni di Guru americani, preparatori di campioni di NFL e
NBA. Quando Beatrice Colli partecipò a un raduno di valutazione della nazionale, chiesi a
mio figlio, e adesso? Mi passò metodologie e protocolli, li ho adattati, e mi tengo
aggiornato. Ho anche sperimentato alcune cose, ho pubblicato “Allenare i giovani
all’arrampicata sportiva”. Quel Manuale è tutt’ora mio riferimento, e arriva da due anni di
studi e sperimentazioni.

Risultati alla mano sembra che l’allenatore sia più importante dell’atleta. È veramente
così?

No, un fantino non è mai arrivato da solo al traguardo del Palio di Siena…ci sono allenatori
che rovinano carriere, questo sì. Tantissimi e in tutti gli sport. Il bravo allenatore cerca di
non rovinare un campione, di trovare miscele giuste e personalizzare al meglio. Bea ha
avuto la fortuna di incontrarmi perchè era da sola e chissà in che mani sarebbe finita, ma il
90 per cento dei suoi risultati, compreso il titolo mondiale di Speed U18 e nel 2022 i podi di
Boulder, le Coppe del mondo di Speed e Boulder, il record italiano di Speed, sono merito
suo. Mi segue in tutto, io devo sbagliare il meno possibile e domare le tensioni. Ha una
professionalità incontrata ben poche volte sul lavoro e degna di un Phelps, 20 ore alla
settimana di allenamenti già a 15 anni, liceo scientifico con media dal 7 in su. Ogni mattina
alle sei scrivo il suo programma sulla base del report del giorno prima, e lei esegue tutto.

Oltretutto la Speed è molto ma molto più complessa della Lead e del Boulder. Alleno anche Davide Colombo e sono in grado di correggerlo e tracciargli, ma uno sprint dai 7 agli 8 secondi è insormontabile da capire senza aiuto dell’atleta e di sofisticata analisi video, possibilmente sopra i 60fps, meglio 240. L’atleta è sempre molto più avanti di te.

L’allenatore è un catalizzatore e mentre nei giorni successi l’atleta riposa, deve ragionare e cercare di capire cosa è meglio fare. Mi consolo vedendo che almeno in Italia nessuno nella Speed capisce prima o quanto gli atleti. Talvolta mi sento inadeguato ma poi leggo cosa succede in sport di Potenza e massima rapidità e tranne casi rarissimi anche allenatori Top hanno il mio problema: rincorrono le spiegazioni dell’atleta.
E’ un dono per me averla incontrata. E non mi prenderò mai meriti che sono solo suoi. E vorrei che anche con Valentina, Samu, Davidino, Giulia, Vera e Tommy si arrivi in altissimo e possano scegliere anche per una carriera nello sport. Perché onestamente oggi la stragrande maggioranza dei laureati fa una vita schifosa, non è più come quando mi laureai io, che avevi da scegliere, guadagnavi bene e avevi rispetto. Oggi ti laurei in ingegneria, giurisprudenza, medicina, e vieni trattato con zero rispetto, per molti anni ti mettono a fare poco più che fotocopie, con stipendi assurdamente bassi. Se non scappi all’estero o non sei veramente fortunato, a 28 anni sei vecchio, arranchi per la fine del mese, zero socialità e tante, troppe domande esistenziali. Parlo con cognizione di causa. Quindi ora lo sport e qualunque passione che diventi lavoro, pur con delle limitazioni di libertà certo, è assolutamente una grande alternativa. Uno sportivo di alto livello certamente se la passa molto meglio di un ingegnere o un biologo a 25 anni, e se da autodidatta legge letteratura, guarda film e serie di ogni genere, sicuramente a fine carriera avrà molte possibilità. C’è un ragazzo che ha smesso che aveva davvero delle possibilità di professionismo, ma la famiglia remava contro e a 16 anni ha fatto una scelta, la più facile. panchine con gli amici ogni pomeriggio. So già che a 30 farà come 4 miei ex giocatori di calcio a 5. Enormi rimpianti.

Ma quindi non vedi conciliabile università con sport?

In Italia assolutamente no se sei professionista e punti ad essere fra i migliori al mondo, e non lo vedo per niente utile. Culturalmente inutile ma anche inutile per il futuro post carriera sportiva. E il rischio di uscire dai migliori, vedasi Burdisso nel nuoto, è altissimo. Voglio essere lapidario, la cultura universitaria è così specifica che tranne rarissime lauree, e non arrivo a tre e sono quelle a zero sbocchi lavorativi, alla fine sei un ignorante con competenza specifica, e il titolo di studio oggi non apre a una vita serena. Tutti i laureati con lode che conosciamo io e mio figlio a 30 anni guadagnano meno di 3000 euro al mese, Una riserva in serie A pallavolo guadagna di più e se si forma culturalmente avrà un futuro sereno. L’arrampicata mi ha dato tantissimo, prima come Presidente Ragni e oggi come allenatore mi pare giusto ricambiare offrendo anni sereni a chi se lo merita. Ai tempi aiutai Matteo, Luchino, Berna, ora tocca ai miei atleti. Mi pare giusto e mi appaga tantissimo vedere che molti ce l’hanno fatta e ce la fanno. Vivere della loro passione.

La cosa più difficile nel tuo rapporto con le giovani leve dello sport?
Essere alla loro altezza e non perderli, impedire che un talento venga massacrato da
famiglie, scuole troppo sbagliate per i carichi di lavoro, e amicizie sbagliate. Tutte
negatività che fanno smettere in anticipo. E anche errori nel contesto societario o di
federazione generano Exit. Gli adulti sono pervasi da conflitti di interesse, ben pochi
pensano in primis al bene dei ragazzi, anche fra gli allenatori. Molti sono arroganti e
pensano di non sbagliare mai, sono i peggiori. Tanti corsi di formazione sono tenuti e
gestiti da gente che non ha mai allenato o ha fatto disastri, hanno la “patacca” ma…
Senti di avere una responsabilità quando alleni, non tanto per i risultati. Sì, ovviamente ci
sono anche quelli, e ti devi mettere degli obiettivi, ovvio, però… hai responsabilità perché quando hai a che fare con minorenni devi ponderare dei fattori che già per un 20enne sono meno importanti.

O forse no, lo sono comunque, ma si sottovalutano. La fragilità emotiva, l’impatto sul
fisico, cose così…sbagliando, si è meno portati a considerare la frase, “accetterà il suo
fisico e la sua mente questo carico’”.
Allenare un minorenne è come insegnare alle medie superiori e inferiori: sai che davanti
hai un cristallo, dei cristalli: essi brillano, ma basta un niente a graffiarli, a romperli, a
smussarli male.
Essi sono insieme apoteosi della bellezza, dell’estetica e della fragilità. Un cristallo rotto,
nonostante la tecnologia abbia fatto passi da giganti, è molto, molto difficile da recuperare.
Il rischio è che tu l’abbia incrinato irreversibilmente. Ho sempre un sacco di dubbi e di
timori, faccio mille domande, “sei stanco/a, come va, ti è piaciuto l’allenamento. cose
così, guardo questi cristalli e leggo articoli di inglese e mi consulto con mio figlio che ha
divorato tutto quello che è stato pubblicato negli ultimi anni, scrivo e riscrivo.
Mi accorgo di essere tornato studente e insegnante. E’ una delle fasi più stimolanti della
mia vita. Ho dentro la stessa ebbrezza che avevo quando aprivo le vie, ma è più difficile,
perchè davanti ho dei cristalli e fra questi non ci sono io

Settembre 20, 2023
di Fabio Palma
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LA GARA

Inizio con questa foto

Potrei cavarmela con le seguenti fredde e sintetiche righe.

Venerdi 8, arrivo a Roma, mancano 7 giorni al Campionato europeo. Bea è in raduno, anzi ritiro, già da qualche giorno.

Venerdi 15, con una grandissima qualifica, la migliore della sua vita, Bea entra nella finale a 8, come quinta. Per la clamorosa sconfitta delle favoritissime polacche a Berna, sono proprio qua, l’aliena Miroslaw e le gemelle Kalucka.

Lo scontro fra Bea e Natalia Kalucka è tutto nelle foto. Sempre dietro di circa 3-5 centesimi, era poi proprio l’ultimo metro che avrebbe deciso.

C’era una cosa scoperta nella Coppa Europa di Bologna che avrebbe potuto farla vincere. Le vedevo uguali, ho avuto tempo di pensare a questo. Fallo, ho pensato.

E la cronaca potrebbe finire qui, giusto aggiungere che invece c’è stato un errore alla fine e quindi Bea ha perso di 24 centesimi. Un resoconto. Sotto la prossima.

Però ho aggiunto la foto che ci hanno fatto dopo. E’ molto rara, insieme non ridiamo mai. Perchè fra il 7 e il 15 ci sono stati i giorni più duri della mia vita, e probabilmente anche i più duri della sua. già così veramente densa di fatti, episodi, gioie e sofferenze di più decenni.

Il perché sia rara, come foto, lo sappiamo noi. Chi ci conosce separatamente sarà sorpreso, ma come, coi rispettivi amici siamo noti per fare cinema continuo, io sono identico a quello del liceo, sempre a disturbare in classe, incubo dei professori, non potevano darmi 7 in condotta perchè andavo bene ma ero un casinista senza senso. e quante volte in falesia serissimi climbers mi guardavano storto perchè facevo casino, la falesia è mica un teatro, mi disse una volta uno. Ma è più forte di me, a me piace fare casino e sono portato a dire battute.

Tranne che quando c’è Bea e ci si allena.

Oh, poi mi sono preparato per la foto insieme eh, ho voluto perdere 4kg in due mesi. Lei fa un sacco di sacrifici, ho pensato, li devo fare anch’io. Anche questa è una storia nella storia.

Dicevo che non ridiamo mai insieme, forse da fuori ci vedono come la famiglia Girardelli. O come Djokovic e il suo team. Sempre incazzati, ridono solo alla fine, post gara. E invece siamo quelli della foto a colori, la prima, saremmo così DAVVERO. Non come qua sotto

Poi c’è questa sotto, potete ingrandirla, su di lei. Dice tutto, non vi pare?

Ah ero partito dai 7 giorni a Roma.

Mentre ero a Roma, dopo due gg, Yuri mi manda questo. 70 secondi, sullo sport.

E allora cosa devo aggiungere, a quello che dice Kobe Bryant nel video?

c’è veramente tutto, in questo video, Campioni compresi, anche Bea.

poi nel film The Redeem team (su netflix) viene fuori che quando coinvolsero nel 2008 Bryant per tornare a vincere l’Olimpiade, tutti gli altri fuoriclasse americani erano pronti ad avere un “malmostoso” in squadra. Kobe non ride mai, si allena 4 volte al giorno, la prima alle 5 del mattino da solo, e non ha mai voglia di scherzare.

Proprio lui, che da ragazzino faceva disperare nelle classi di scuola italiano. Ma arrivato in NBA smise di ridere, voleva solo vincere. E basta. Insopportabile. come Jordan. Phelps. La Pellegrini. Sono rari i Cmapioni alla Maradona, quasi tutti quando si allenano sono perennemente incazzati. Soprattutto con l’allenatore. Che di solito ottempera alla Legge di Azione e Reazione, quindi sono scontri a parole di beep, insulti, cose così.

Solo che Lebron James non era d’accordo. Nel mondo si discuteva chi fosse più forte fra i due, gli eredi di Jordan. E Lebron era uno che si allenava meno di Kobe, molto meno. Ma gli piaceva ridere, negli allenamenti. Fare scherzi da adolescente, cose così.

Da quei due mesi insieme venne fuori 1) l’oro per gli USA, con i due decisivi in finale contro la Spagna che giocò la partita della vita, 2) poi Lebron iniziò ad allenarsi 3 e 4 volte al giorno appendendo il poster nella sua palestra “ogni volta che non ho voglia guardo la sua gigantografia e mi dico, quel bastardo si sta allenando”, 3) e Kobe fu praticamente costretto a ridere nei loro allenamenti, e divennero grandi amici.

Quello che succede ogni giorno dietro una carriera sportiva di altissimo livello è stato raccontato in Open di Agassi come in nessun altro libro. Non mi cimento adesso, poi è presto, siamo insieme solo da…minkia, 7 anni (altro che Minkia tre anni di Mediterraneo)

Per ora quindi queste poche righe, a mia memoria. Dietro immaginatevi pure tantissimo impegno e un sacco di cose belle, o fastidiose, o brutte. E moltiplicate per tre

La gara, i 7 lunghissimi secondi

Grazie a Outdoor collective per le foto a colori, a Sandro Strappaveccia per quelle rese in BN da Yuri

Agosto 30, 2023
di Fabio Palma
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RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE

26 anni, oggettivamente super figo, Campione del mondo dei 100 e 200 metri. Tutto facile?

Noah Lyles è uno invece delle migliaia di ragazzi e ragazze di enorme talento che per un pelo non è stato completamente divorato dalla depressione, fra il 2019 e il 2020

Ma come mai così tantissimi ragazzi e ragazze top nello sport cadono in depressione con serissimi risvolti che spesso travolgono l’intera vita?

La maggior parte della gente commenta il tutto usando termini come, molli, sfigati deboli, etc etc. Sono coloro che pensano che fare sport ad alto livello sia manna dal cielo, ti pagano per divertirti, cosa vuoi di più, vai a lavorare piuttosto

Dico la mia, ci vado giù duro

1) sempre stato così, ma prima non si chiamavano le cose col loro nome. Borg si ritirò a 25 anni e poi scivolo’ nella droga. Tutti pensammo, ma come fa uno secondo al mondo a ritirarsi a 25 anni? Come Borg erano tanti e tante anche allora, ma la depressione non si sapeva cosa fosse

2) la depressione non si sa cosa sia neppure adesso, nessuno specialista la sa raccontare e spiegare. Io la compresi da un racconto di David Foster Wallace. Circa nel 2005

3) fare sport come lavoro é mentalmente usurante più che qualunque altro lavoro io abbia conosciuto. Girano un sacco di adulti intorno che considerano atleti e atlete solo come bancomat di soldi e potere. Anche in piccole federazioni, in piccole società. A una Campionessa assoluta italiana e mondiale giovanile fu detto più volte, quest’anno non hai vinto nulla. Duramente. Lei? 17 anni. Carattere duro, commento secco “li odio, non capiscono un cazzo”, ma non tutti e tutte a 17 anni hanno un carattere così.

4) prendiamo l’arrampicata o l’alpinismo. Avete presente l’ansia di prestazione perché siete caduti a due metri dalla catena per 30 volte o siete sotto la parete per il sesto week end e piove? Ecco, sono cose risibili. É una cosa solo vostra, potete tornare e ritornare. Per anni. E se non ce la doveste fare, nessuno in verità vi dirà frasi come quella di sopra, nessuno manderà comunicazioni su come spendete il tempo libero, nessuno alle vostre spalle dirà, non si sta impegnando, spendiamo soldi inutilmente (saranno poi gli stessi adulti che andranno in giro a spese altrui alle spalle degli atleti, ricordo un nazionale di 22 anni di atletica che nel 2008 mi disse, ai campionati europei per ognuno di noi c’erano tre accompagnatori. Loro ristoranti e taxi, noi mensa e pullman di linea per andare al campo. E se arrivavi quarto c’era chi diceva, cosa lo abbiamo portato a fare)

Poi certo ci sono i social ma la quantità di persone inutili e dannose ai tempi di Borg era la stessa. 500.000 lettori della gazzetta allora, 500.000 lettori su web adesso

Per come la vedo io, dopo i 40 la gran parte del mondo adulto che ruota intorno a sport e arte é marcia, pensa solo a potere e soldi, e l’aggravante é che si è sempre meno intelligenti e reattivi e logici dopo i 40.

I 15enni, i 20enni, non capiscono regole astruse, non capiscono perché loro piccoli sgarri a regole di comportamento siano oggetto di dure sanzioni mentre ben più intollerabili errori di moralità ed etica di comportamento di accompagnatori dirigenti allenatori e giornalisti rimangano impuniti. E questi paradossi sono vissuti male, niente è vissuto peggio quanto l’ingiustizia nei giudizi da parte di un giovane che si allena super duramente tutti i giorni, va a letto presto, ha una vita sociale super diligente, e viene attaccato magari per una foto in cui si diverte qualche minuto o un momento, raro, di svago.

Ho bisogno di staccare ==> staccare da cosa…

È il classico commento da adulto immeritatamente qualificato a stare intorno a un giovane di talento sotto pressione

Noi allenatori dobbiamo nutrire anche lo Spirito di questi ragazzi e ragazze perché dietro a un fisico fantastico come quello di Lyles c’è una disciplina assurda, decine di sconfitte dolorose, e soprattutto squali a branchi.

Grazie a Dio ci sono allenatori come Greg Popovich o Steve Kerr o Carlo Mazzone e naturalmente anche nomi sconosciuti di eguale spessore ma credetemi, non sono la maggioranza. La maggioranza è fatta di mediocri che hanno fatto carriera politica in ruoli di gestione e che decidono su obiettivi e comportamenti di minorenni o comunque under 25, molto più intelligenti e maturi di loro e che non sopportano le ingiustizie e la mediocrità e modi di fare di schifosi approfittatori del loro talento

Luglio 25, 2023
di Fabio Palma
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PAROLE VERTICALI, il PODCAST

L’idea del podcast Parole Verticali mi venne nel 2011, in un bar di fronte alla stazione di Canzo

Non penso ci fossero già i Podcast, però c’era il Berna, e passammo due ore, almeno 5 medie a testa, con lui che parlava di alpinismo e arrampicata. Era incredibilmente analitico e acuto, tutto partì da Linea d’eleganza, la strepitosa salita a vista della linea di Elio Orlandi da parte di Tommy Caldwell, in Patagonia. con il Berna che sottolineava l’enormità dell’impresa, il fatto che alla fine fosse però stato praticamente portato giù esausto, e così via, poi in flusso libero di analisi passammo al qualido, al wenden, alle big wall…sapeva tutto e aveva ragionato su tutto, ti spolpava Simone Pedeferri e Dean Potter, Matteo e sé stesso, pregi e difetti, e io che pensavo fosse un semplice, salire e vie, senza troppo pensare. Era di gran lunga il più acuto che avessi mai ascoltato insieme a Hans Peter Eisendle. D’un tratto gli articoli e i contenuti che leggevo mi parvero, al massimo, piccoli spunti, anche se Alp ancora ogni tanto pubblicava bei pezzi. Ma in quelle ore al bar si erano dette cose così approfondite e piene di collegamenti che veramente solo una telefonata di Hans Peter Eisendle, e le interviste di Berhault ed Edlinger, mi avevano stupito così.

Perchè nessuno mi aveva mai affascinato in quel modo sulla mia Passione? Forse perchè chiacchierare senza filtri e limiti di tempo con una persona giusta permetteva di andare a fondo alle cose?

Qualche anno dopo una cosa identica, ma intanto Yuri era diventato già regista e a casa ci dicemmo, sarebbe da mettere delle telecamere e filmare di nascosto, il Berna è incredibile, si ride e si fa cultura.

Infine, lo scorso Novembre, dopo un podcast NBA, dissi a Yuri, ma se lo facessimo di alpinismo e arrampicata un The Draymond Green show? Formidabile podcast del giocatore NBA?

A quel punto il terreno era veramente fertile, anche perchè Alp non c’è più, manca una rivista di arrampicata e alpinismo di livello (anche se devo spezzare una lancia per UP), e soltanto Planet mountain e Up climbing mettono bei contenuti, ma chiaramente non lunghi a piacere.

Mi sono arrivati almeno cento fra mail e mp su chi invitare e soggetti vari. Almeno la metà voleva Manolo come ospite e avremo 3 puntate con lui nel 2023, ma molto gettonata anche Erto e la Val di Mello, e sono uscite anche proposte a cui non avrei mai pensato. Cose di oggi ma anche di ieri e l’altro ieri. Da Bonatti a Ondra e Comici, dall’arrampicata romana (noi romani non siamo capaci di stare mezz’ora in una stanza senza insultarci, tienine conto) al Civetta, di tutto e di più.

Una sparuta minoranza vorrebbe anche tempi polemici, soprattutto roba da 8000, tanto per essere sinceri gettonatissima la richiesta Moro-Urubko, quella sulle spedizioni finte da parte di qualcuno che si sa già mai si muoverà dal campo base, etc. Anche un tema scottante di arrampicata gare, perchè alcuni entrati nei corpi militari per far gare dopo pochissimo hanno potuto fare falesia e basta, mentre non sono riuscito ad avere per loro problemi di lavoro Dallona, Brenna e Manolo insieme. Mancano ancora all’appello Gnerro, Scassa, Zardini, e il migliore, Hans Peter Eisendle.

Chiaro che se vuoi acchiappare 100.000 visualizzazioni vai su queste cose, ma sono scappato dal calcio proprio per questi salotti da tifosi, mille volte meglio 1h di risate e riflessioni con Camilla, Gabry e Simone sul Boulder che 1h di polemiche su un 8000 d’inverno. Non che nel The Draymond Green Show non ci siano state puntate da tema caldissimo, come il caso GSW-Durant, poi là sono questioni da centinaia di milioni di dollari, mica noccioline, ma infatti il contenuto è super interessante con dinamiche anche avvincenti ma sotto c’è Google che deve eliminare almeno 10 commenti al giorno che vanno dal razzismo a perfino peggio. Solo che Durant con 50 milioni all’anno va beh, se lo aspetta, arrampicata e alpinismo hanno magari grandissimi climbers presi di mira da pseudo blog o men che meno pseudo-media o profili solo per acchiappare sponsor o likes.

Memore di Uomini&Pareti, certamente Edlinger, Berhault e Moffat, le migliori interviste di allora (esistono versioni uncut sbobinate, peraltro, circa una pagina in più dei capitoli allora pubblicati), con sottopancia sarebbero stati ospiti da urlo. I migliori possibili insieme ad Hans Peter Eisendle, compagno sia di Messner che di Manolo, uno capace di tagliare in due ferocemente con grande dialettica e storie vere da lui vissute chiunque dica stupidaggini. Ricordo la sua prefazione alla biografia di Gullich, esordiva con, il 99% dell’alpinismo sugli 8000 non è alpinismo di punta. Oltre 15 anni fa

Mi piacerebbe ripescare Mario Roversi e chissà cosa sarebbe venuto fuori con un Dean Potter.

Insomma, godeteveli, e perdonate amnesie di Giga (presentatore unico, quando ci sono io è perchè lui per lavoro non ha potuto presenziare) e mie, sono chiacchierate come quella prima col Berna. Memorie ed emozioni al volo, senza lista di domande e preparazione. E naturalmente anche se sono di parte doveroso ringraziamento a Yuri Palma. Per una registrazione già fissata ha detto no ad un lavoro di migliaia di euro…non so chi l’avrebbe fatto. La cura maniacale di dettagli, luci soprattutto, ha trasformato un ambiente normale e buio in una calda saletta in cui lasciarsi andare. E’ studiata la cosa, per non inibire le persone con microfoni e telecamere. Io questa cura non ce l’ho, e la riconosco in pochissimi. Ma sono i dettagli che poi alla lunga fanno ricordare un film, un pezzo, una chiacchierata

Luglio 20, 2023
di Fabio Palma
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Quegli anni da presidente dei Ragni

Prima intervista da presidente dei Ragni di Lecco, 2012.

Si nota dal viso almeno 3kg in meno di adesso, ovviamente meno rughe e devo dire che sentendomi non ho bocciato nessuna frase. Il che ci sta perché sento sempre molti che dicono di essere maturati, cambiati, ecc ecc, mentre io non ho cambiato nulla in qualunque opinione o pensiero da circa il 1982 ad oggi. Certo Operation mindcrime non era ancora uscito, Pearl Jam e Audioslave non esistevano, ma erano tutti dischi figli di The wall, in fondo ed io ero esattamente come adesso, trasandato, libero, decisamente irregolare, fonte di infinite preoccupazioni per il pensiero dominante o meglio standard, per esempio quello di casa mia (3 settimane fa Bea e Vera mi hanno sgridato dopo aver assistito ad uno scambio di battute fra me e mia madre. Cioè, le mie atlete di 18 e 16 anni stavano con mia madre l!! Sono già mamme customized.).

È stata la mia predisposizione alle cose e indifferenza a stereotipi e ingessature di pensiero a farmi legare con Teo nel 2005 e anni seguenti e con Bea dal 2016. La vita, cit. mio figlio (ho avuto due botte di culo, iscrivermi al concorso Epictv a 14 anni e l’incontro con Pianigiani a 17), è fatta di predisposizioni a botte di fortuna. Ho avuto una fortuna sfacciata a incontrare persone chiave dopo quel periodo liceale fantastico. Pedro, poi Pitax, il mio più grande amico per 10 anni, poi Antoine Barbetta, Teo e quindi Bea, sono state quattro personalità clamorose con cui liberamente abbiamo fatto cose degne della frase cult di Blade Runner (ma non è ancora tempo di morire, me ne manca, da fare…). Io e Pitax eravamo la coppia più esplosiva che io riesca ad immaginare, avete presente la parola vergogna? Ecco, non la conoscevamo.

Da Presidente dei Ragni ho fatto fatica, tantissima, molto più rispetto a quando ero Project manager a livello mondiale con oltre 30 risorse da gestire. Perché, mi chiedevo, dovevo stare attento alle parole da dire, pubblicamente?

Ovviamente ho dato fastidio a qualcuno che perfino in un gruppo alpinistico aveva come unico fine carriera personale e quindi ritorno politico e economico.  Peraltro persone alla fine sfigate perché hanno tentato anche un’effettiva carriera politica ma proprio senza successo.

Quei 6 anni da presidente sono stati molto creativi partendo da una situazione molto, molto difficile, il gruppo non aveva sponsor e per prima cosa, due anni prima di diventare presidente e da segretario del consiglio, agendo da solo perchè altrimenti non ce l’avrei fatta (non avevo ancora inquadrato Luca Passini, che sarebbe diventato ottima spalla in queste cose, e oggi di fatto fa anche questo), feci il contratto con adidas, dopo 3 mesi di incontri. Quando portai al Consiglio l’accordo, era fatto. Poi inventai la Pietra del Sud, il festival Monte Sorgenti, l’Academy, almeno 10 film e altrettanti video. Ero veramente ossessionato dal fare per il gruppo. Senza quella presidenza avrei probabilmente seguito Teo in qualche spedizione, invece ho smesso praticamente di scalare nel 2013. Troppi pensieri e cose da fare, ogni giorno. Almeno 3 ore al giorno dedicate a fare il presidente, chiaramente senza alcun rimborso. Volevo fare, fare, fare. Alla fine dei primi 3 anni volevo andarmene ma non c’era nessun altro e fui unico candidato con chiaramente record bulgaro di voti. Mia moglie scoprì dai giornali della rielezione…

Nello statuto c è il massimo dei due mandati, così fui libero e per caso iniziai ad allenare. E nel 2016 arrivò Bea, che dal 2017 mi ha cambiato la vita, e cambiare vita, per l’ennesima volta, a 52 anni, é particolare. Mi sono tuffato in acque nuove, e chiaramente dopo le prime vittorie ho incontrato i primi squaletti e poi squali (ma gli squali cacciano per nutrirsi, sono puri. Mi scuso con loro). Con la squadra abbiamo vinto titoli italiani giovanili con Bea e Samu ( 2+2), e parecchi podi italiani giovanili ( la solita Bea ma anche Giulia Passini, Vale, Juri Villa). Poi sono arrivate le semifinali e finali senior, con Bea, Samu, le due Giulia, Juri, Vera, Vale, e ovviamente una valanga di titoli lombardi. Ho studiato almeno quanto ad ingegneria nucleare, per prepararmi, e non è stato facile, perché Scienze motorie l’ho fatta in fretta, tutta, circa tre mesi, ma è una laurea veramente arretrata rispetto alle esigenze agonistiche moderne. Mi ha aiutato mio figlio con concetti degli ultimi anni, dandomi pubblicazioni straniere che ho dovuto studiarmi, tutte in inglese e anche complesse. Ho applicato molto a tutti, qualcosa solo a Bea, perchè certe cose esigono continuità quotidiana. La Vale da qualche mese la sta seguendo. Non è facile, Juri Villa ha lasciato, capita, se non hai intorno il contesto giusto è difficile seguirmi, e poi ce la devi avere dentro, la passione, il fuoco. Magari a 30 anni ci si pente, di aver mollato. Anzi, senza magari…

Bea é come mio figlio, superiore. A 16 anni già superiore alla maggior parte degli adulti con cui aveva a che fare, a 17 non c’era storia, fra l’altro anche con 3 professori di liceo di una mediocrità surreale – la frase “è in quinta liceo e con la maturità che si impara a ragionare e comprendere é la perla della scemenza. La maturità, l’esame più inutile e lontano dalla vita, dall’intelligenza e dalla competenza che io abbia superato. Presi 60/60 e feci felice molte persone e lo feci per loro, ma veramente sta alla vita come il libro la prova del cuoco alla letteratura).

Tra 3 settimane Bea partirà per quasi un mese, e per 3 difficilissime Coppe del Mondo. Intanto ha frantumato il record italiano di Speed, e si poteva vincere anche in Coppa Italia Boulder Ma le Coppe del Mondo sono….un altro mondo

Quindi questo articolo, come tanti altri, sarà pubblicato dopo, mesi dopo…

Luglio 10, 2023
di Fabio Palma
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La farsa della MATURITA’

Basterebbe osservare che all’uscita di una quinta liceo nulla si sa di Mc Carthy, Musil, Borges, Faulkner, Russell, Chick Corea, Van Halen, Coppola, per riconoscere quanto sia totalmente errato considerare l’esame di stato come prova di maturità e tantomeno di cultura.

Prepara a comprendere ed analizzare?

Ma per favore… Sono uscito col 60/60 ma sarei stato un ignorante se non avessi letto Borges, Marquez, Dick, Russell e Cantor e ascoltato Pink Floyd, Ozzy Osbourne, Pat Metheny, Michael Hedge e Van Halen. Non riuscivo a comprendere Qualcuno volò sul nido del cuculo, Blade Runner e Quarto potere!! Neppure il Padrino.

I piani di studio liceali sono pessimi, arretrati e portati avanti da molti professori irresponsabili e immaturi, a fronte di pochissimi Eroi capaci di insegnare a ragionare svincolandosi da nozionismo e quantità surreali di verifiche e compiti.

A una mia atleta hanno detto a Novembre, da qui a febbraio ci saranno 70 verifiche complessivamente.

!!!!!!!!!!!!!!!

Simulazioni di prove di maturità…

Settimane con 9 verifiche in 5 giorni…

Follie, dettate da mediocrità

Più volte mi sono divertito a domandare a studenti usciti con più di 90 e anche 100/100 interpretazioni della derivata seconda o a far leggere anche solo tre righe di Meridiano di Sangue o l’uomo senza qualità: silenzio assoluto. Quei pochi capaci di afferrare immediatamente i veri significati sono adolescenti che hanno studiato poco ma letto abbastanza e coltivato passioni artistiche o discipline sportive intense dal punto di vista psicologico.

Tristemente molte famiglie sono travolte da questa anti cultura, i figli sono in gamba se studiano ed escono bene dalla “maturità”, pur chiaramente incapaci di parlare in pubblico, di analizzare un film come Parasites, di capire gli Audioslave o Charlie Parker.  Spesso questi ragazzi e ragazze continuano a vivere in casa fino ad oltre 25 anni, indice di mancanza di consapevolezza. Nella logica, e quindi in un test di QI, i voti alti di “maturità” sono inversamente proporzionali al risultato. Io ottenni 160 ogni anno solo perché studiavo poco o niente di ciò che era nei piani di studio, e la matematica la appresi per conto mio, perché era talmente insegnata male che grazie a Dio avevo capito ci fosse qualcosa che non andava. Dietro a procedimenti meccanici, cosa c’era??

Cos’era veramente la Potenza di un infinito??

Perché non mi insegnavano come Van Halen partendo da Bach fosse arrivato ad Eruption, senza teoria e a 17 anni?

Com’era possibile non mi avessero fatto conoscere l’Aleph e avessero interrogato per due mesi su Moravia e altri due su D’Annunzio? 

E Keith Jarrett? 

Chiesi ai professori una lezione su Keith Jarrett e Beethoven, su Miles Davis e su Dick, ero rimasto sconvolto da Ubik e ottenni soltanto un risultato: divenni temuto e in pratica avevo voti altissimi per riverenza. Avevano capito che la mia cultura da autodidatta era superiore a quella istituzionale… Questo in realtà non mi faceva felice, a scuola perdevo tempo!! Mio figlio lo capi’ in seconda (e grazie a due formidabili professori, matematica in prima e filosofia successivamente, grazie al cielo la gaussiana si applica anche al corpo docenti e con molta fortuna possono capitare professori tutti a destra della distribuzione), io dalla quinta. Presi 60/60, voto inutilissimo ai fini della vita, ma a modo mio, e continuamente annientato in discussioni di sociologia, letterarie di logica e di arte, da coetanei senza diploma o usciti con meno di 40 che da subito leggevano e imparavano per conto loro.

Chiaro, oggi le distrazioni social richiedono più volontà, il rischio di arrivare a 18 o 20 anni col nulla in testa causa scuola da una parte o telefonino dall’altra é molto più alto, ed appunto è compito di genitori, allenatori, Maestri su Passioni varie, cominciare già dalla prima superiore a citare brani letterari, musicali, intuizioni matematiche e di fisica, insomma Far ragionare e apprendere.

Uscire col 100 e non riuscire a capire anche un solo racconto di Borges o una pagina di McCarthy o la progressione di Are you going to me o i paradossi di Zenone (il primo che si accorse nella storia dell’uomo di quanto la didattica istituzionale senza Logica fosse inutile) é indice di grande ignoranza e incapacità di incidere nella vita, sul lavoro, su se stessi e, peggio ancora, su eventuali futuri figli 

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Giugno 17, 2023
di Fabio Palma
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IL PASSEGGERO, recensione dell’ennesimo capolavoro di CORMAC MC CARTHY

Quando lasciarono Città del Messico l’aereo solco’ il blu del crepuscolo per ritrovare la luce del sole e piegare sopra la città e la luna scivolo’ lungo il vetro della cabina come una moneta cadrebbe in mare. La sommità del Popocatèpetl apparve tra le nuvole. Sole sulla neve. Le lunghe ombre azzurre. L’aereo viro’ lentamente verso Nord. Lontano là sotto la sagoma della città coi suoi reticoli malva carico come un’immensa scheda madre. Le luci avevano cominciato ad accendersi. Un disturbo per il buio.

Se La Strada era inevitabilmente, come peraltro Non è un paese per vecchi, un grandioso romanzo di ovvio successo commerciale e trasposizione cinematografica, entrambi di semplice e rapida lettura, con Il Passeggero il genio Cormac Mc Carthy torna a Suttree e a Meridiano di Sangue, ovvero chiede al lettore di ragionare su ogni paragrafo, citazione, dialogo, avvenimento, alzando ulteriormente l’asticella perché In Suttree e Meridiano di sangue, nonché nell’imperdibile Trilogia della Frontiera (Cavalli selvaggi, Oltre il confine e Città della pianura), c’era tantissima filosofia e letteratura, mentre The Passenger va oltre, giustamente ammette le uniche mancanze dei precedenti capolavori, ovvero le conseguenze profonde che la matematica e la fisica, soprattutto quantistica

Quando ti accosti a certe descrizioni matematiche della realtà non puoi evitare di perdere quel che viene descritto. Qualunque indagine soppianta ciò che indaga

, ha lasciato nel pensiero e nello sviluppo umano. The Passenger ha il fortissimo rischio intrinseco di sbarazzarsi più volte del lettore (le pagine in corsivo, ovvero la schizofrenia di Alice, il diverso urta e respinge, e Cormac fin dall’inizio dimostra che del numero dei lettori nulla gliene è mai importato), d’altronde Cormac ha fatto di tutto per morire prima, facendolo attendere per anni, insieme a Stella Maris, quando già era completato.

La Strada può essere letto già in terza media, al posto di inutili libri dati a forza in noiose letture vacanziere, Non è un paese per vecchi è ancora più banale sia pur meraviglioso in sviluppo e idee e citazioni, mentre The Passenger è più difficile di qualunque libro di Faulkner o Pynchon, è un libro omnisciente, è un test di cultura e ragionamento, dove non puoi che prendere insufficiente in più materie, uscirne con debiti ovunque, costretto a più esami di riparazione, chissà per quante volte. The Passenger è la nona di Beethoven della letteratura, va oltre l’uomo senza qualità e Joyce, anche perché è quanto di più moderno possiate immaginare. Fusione fra i Dream Theater degli anni d’oro (a me ha ricordato tantissimo Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory) e gospel, con tocchi dalle migliori composizioni di Keith Jarrett.

La trama c’è e si sta incollati alle pagine per sapere come va a finire, ma è tutto un inganno, è l’ultima cosa che conta, ed è la prima grande provocazione: non esiste trama, non esiste finale, anzi sì, è quello uguale per tutti, perfino per un super talento come Bobby Western, che amici e amiche sfigati e reietti adorano e che in improbabili e magistrali dialoghi eruttano grandi quesiti esistenziali inframmezzati da scurrili note sul mentre. Sono loro, rifiuti della società, i più attenti osservatori del Male imperante, della disgregazione della Logica, del Sentimento, delle cose buone. Non ci sono le scene crude e horror de Il buio fuori e figlio di dio e Meridiano di sangue, ormai sappiamo che tutti sono così, efferati anche nella normalità (copula con un’anguria del ragazzo in Suttree, il bambino frutto di un incesto abbandonato nel bosco da Il buio fuori, e tanti altri orrori scritti con una lirica da Omero moderno) ci sono solo le conseguenze e le domande insolute, In ultima analisi non c’è niente da sapere e nessuno per saperlo

La società non si cura di te e il complottismo che comincia a serpeggiare è figlio di evidenze

La verità è che siamo tutti in arresto. O lo saremo presto. Non hanno bisogno di limitare i tuoi movimenti. Gli basta sapere dove sei

E le sentenze vengono spesso da personaggi improbabili in dialoghi come sempre irraggiungibili per chiunque nella stria della letteratura, come l’amica trans di Bobby, Debussy,

la bontà divina appare in posti strani

 e Alicia, la sorella, ci inchioda all’angolo

Le aveva chiesto se credeva in una vita ultraterrena e lei aveva detto che non la escludeva. Che era possibile. Dubitava soltanto che fosse destinata a lei

Alice che vede e capisce soltanto nelle allucinazioni, grazie a una grammatica senza fronzoli, senza regole (e tutta la scrittura impareggiabile di Cormac verrebbe bocciata allo scritto di maturità…), dove paure e sentimenti esplodono senza alcuna barriera, disturbando ma andando al cuore delle cose. creando alla fine…mancanza e legame.

L’ultimo capitolo è un furore di analisi su ciò che siamo e diventeremo, dà perfino dei suggerimenti di approccio quotidiano al lavoro e allo sport quando sei chiamato ai blocchi di partenza

La preparazione a qualsiasi sfida consiste soprattutto in un lavoro di sgravio. Portarsi il proprio passato in battaglia significa darsi in pasto alla morte. L’Austerita’ allevia il cuore e mette a fuoco la vista. Viaggia leggero. Un paio di idee sono più che sufficienti

E contiene momenti come questi dove, personalmente, ho dovuto leggere ad alta voce e due volte per comprenderne il primo (perché chissà quanti altri ce ne sono) significato

L’ultimo degli uomini è solo nell’universo che si oscura intorno a lui. Piange ogni cosa con un unico pianto. Nei resti pietosi ed esausti di quella che un tempo fu la sua anima non troverà niente da cui plasmare la benché minima cosa divina che lo guidi negli ultimi di questi giorni

La scienza assume un ruolo di primo piano ma ci pone davanti ad ancora più dubbi, McCarthy aveva già usato il paradosso del gatto di Schrodinger in Non è un paese per vecchi (Chighur uccide o meno Carla Jean? Siamo dentro o fuori quella stanza?) e avverte che

In ultima analisi non c’è niente da sapere e nessuno per saperlo

Nichilismo massimo? Non c’è speranza? Le ultime 20 pagine sono sempre più complesse, riflessive, difficili. Ricordate il clamoroso monologo del senzatetto vagabondo in Città della pianura? Qui arrivano tutti in sogno, possono permettersi una forma di linguaggio che probabilmente solo Faulkner e Joyce hanno avvicinato

Abbiamo parlato un sacco.

Forse saremmo riusciti a sincronizzare i nostri sogni. Come i cicli mestruali nelle sorelle di spirito. Nonostante i frequenti sarcasmi devi dire che mio malgrado che ho sempre ammirato il tuo modo di condurre il lutto a tali vette. L’elevazione del dolore a una condizione che trascende l’oggetto stesso del cordoglio. No, messere.

Dammi retta. È l’idea della perdita. Sussume l’ordine di tutte le cose perdute. È la nostra paura primaria, e possiamo attribuirle quello che vogliamo. Non ti invade la vita. C’è sempre stata. In attesa della tua indulgenza. In attesa della tua concessione. Eppure sento che ti ho sottovalutato. Come separare la tua vicenda da quella del volgo. É sicuramente vero che non esiste un terreno comune della gioia come esiste del dolore. Niente ti assicura che la felicità di un altro assomigli alla tua… Ma sulla natura collettiva della sofferenza non possono esserci dubbi. Se non siamo alla ricerca dell’essenze, allora cosa cerchiamo? E ti do atto che non possiamo scoprire una cosa simile senza apporvi il nostro sigillo. Ti concedo perfino di aver pescato le carte peggiori. Però ascoltami, messere. Se la sostanza di una cosa resta da dimostrare, difficilmente la forma ha più autorevolezza. Ogni realtà è perduta e ogni perdita è definitiva. Altre non ce n’è. E la realtà che indaghiamo deve prima di tutto contenerci. E cosa siamo noi? Dieci per cento biologia, novanta per cento mormorio notturno

Joyce avrebbe applaudito in piede e Faulkner riconosciuto il suo miglior successore.

Che si fa, allora? Si alza bandiera bianca? Siamo alla fine, sono alla fine, ci dice Cormac, infatti me ne andrò il 13 Giugno, io ve l’ho scritto in almeno 8 capolavori cosa sta succedendo, ora non mi resta che lasciarvi così, sono come Bobby Western

La tempesta passò e il mare scuro si stendeva freddo e greve. Nelle gelide acque metalliche le sagome ribattute di enormi pesci. Nei flutti il riverbero di un bolide liquefatto che avanza nel firmamento come un treno in fiamme. Si chinò sulla sua grammatica alla luce della lampada. Con il tetto di paglia che sibilava nella campana di tenebre sopra di lui e la sua ombra sulla superficie grezza del muro. Come quegli studiosi dei tempi andati che sgobbavano sui loro rotoli nelle loro fredde stanze di pietra. I paralumi delle lampade fatti di gusci di tartaruga bolliti e raschiati e forgiati in un torchio e le geografie casuali che proiettavano sui muri della torre paesi ignoti agli uomini così come ai loro dèi. Alla fine si sporse e raccolse le mani intorno al cilindro di vetro e soffiò sulla fiamma e si stese nel buio. Sapeva che quando sarebbe morto avrebbe visto il suo volto e sperava di portare con sé quella bellezza nelle tenebre, ultimo pagano sulla terra, cantando piano sul suo giaciglio in una lingua sconosciuta

La domanda è, ma chi porta il fuoco, allora? Al bambino de La Strada, cosa offriamo?

Abbiamo visto, della società, dei governi, niente da aspettarsi. Loro pensano solo ad affari politici e a chissà che. E quando se ne vanno anche i migliori amici, quando devi sparire perché sei un rifiuto?

Forse fu un cane a svegliarla. Qualcosa per strada nella notte. Poi, il silenzio. Un’ombra. Quando si voltò c’era una cosa sul davanzale. Rannicchiata sulla panca con le mani artigliate ai ginocchi, sguardo lascivo, la testa che ruotava lentamente. Orecchie d’elfo e occhi gelidi come biglie di marmo nella luce cruda della lampada al mercurio del giardino proiettata sul vetro. Si mosse e si voltò. Una coda di cuoio scivolò sopra le zampe di lucertola. Gli occhi ciechi la misero a fuoco. La testa ruotò sul collo sottile cinto da un collare di ferro nero. Lei segui quello sguardo senza palpebre. Qualcosa nelle ombre oltre la luce dall’abbaino. Alito del vuoto. Un’oscurità senza nome né misura. Lei nascose la faccia tra le mani e sussurrò il nome del fratello

Dio e la speranza e il fuoco sono in errori improbabili, rapporti improbabili, gente improbabile. Una visione molto francescana, religiosamente umana. Cormac Mc Carthy se ne è andato, io dico, invitandoci a sederci a tavoli sgarruppati senza badare alla forma e al vestire e al curriculum di chi ci è di fronte, continuando ad ascoltare vagabondi per strada, sogni e allucinazioni, e soprattutto a farci una nostra grande cultura personale, trasversale e più completa e profonda possibile, perché la deriva a cu stiamo assistendo è di riempirci di vuoto. Nei dialoghi fra Bobby Western e i due funzionari vestiti come mormoni c’è tutta quella irreparabile distanza fra ciascuno di noi e chi ci assiste, governa, consiglia. D’altronde, le istituzioni non gli hanno neppure mai dato il nobel, sapendo che a lui nulla importava.

Il Thalidomide Kid (il nome dal noto farmaco…) che domina le allucinazioni di Alicia, morta suicida, a un certo punto rivela, facendosi serio

Il mondo non sa che sei qui. Tu questa cosa credi di capirla. Ma non la capisci. Non intimamente. Se così fosse saresti atterrita

Non si può fare a meno del male, esso è ovunque, come l’indifferenza. Accoglilo, fronteggialo, cerca sempre e comunque il fuoco, anche e soprattutto nel reietto.

Giugno 5, 2023
di Fabio Palma
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IL SOCIO

Il mio socio, qui a maggio 2020 in autoscatto, ha periodi di lavoro veramente *folti”, e tra lui che ha 23 anni abbondanti, Bea, la Vale, la sua fidanzata comparsa ieri anche in pubblicità mainstream, mi pare di poter dire che altro che giovani d’oggi non hanno voglia, etc.

Io a 23 anni studiavo minimo 10 ore al giorno, qualunque mio amico allora era ai miei ritmi, e non è cambiato nulla. Soliti anta frustrati e mediocri che sputano sentenze sulle generazioni successive, che ovviamente hanno una fetta che diventerà come loro.

Periodo di lavoro del socio

Mercoledì parte alle 17 per Treviso, MA appena arrivato in Hotel deve editare fino alle 3 del mattino.

Ieri lavoro di moda. Torna sera tardi. Editing fino alle tre, ancora.

Oggi lavoro Motori a Monza per JB cars. Torna e domani va per lavoro di moda a Ibiza tre giorni (ma la notte deve sempre editare lavori per altri). Torna e prende al volo treno per Roma, 2gg, tornerà alle 12 di venerdì dove lo prenderò e lo porterò in posto per uno shooting fondamentale.

Week end di editing furioso oer tutte le consegne, poi 5gg per lavoro in Grecia, ma la notte sempre editing per consegnare gli altri lavori di queste settimane. Cerca però sempre, spesso dalle 2330 alle 1.30 (avete letto bene), di allenarsi due ore, o pesistica o la nuova fissa da otto mesi, arrampicata… Per arrampicare ora pesa 80kg, 183cm,dai 95 di un anno e mezzo fa, pur avendo ancora 270kg di stacco. Ogni tanto esce in kayak o va al campetto di basket in furiosi 3vs3.

Quando viaggia, ovvero tanto, sente Podcast di economia, filosofia, motori, arte… Legge un libro alla settimana, sempre tosto e naturalmente cinema per il suo lavoro. La media delle ore sonno è grandemente sotto le 5, ogni tanto quando lo vedo é barcollante… Ogni due settimane crolla per 7 ore

Ha un sacco di lavoro e tantissimi di cui fa preventivi e call e incontri non partono,

“ho avuto un paio di botte di culo nella vita e so che deve meritarmele”. La prima fu un concorso Epictv dove arrivo’ sesto su decine di migliaia editando clip ragni e finendo davanti a case di produzione enormi, la seconda un incontro col Maestro Marco Pianigiani che gli disse, cosa vai a fare all’università del cinema, sai tutto, ci puoi insegnare lì, devi lavorare, diventare anche DOP, il pezzo di carta nel mondo video e cinema non conta nulla, serve saper fare, cultura, talento e gusto.”

Adesso dopo 3 anni che il 98 per cento del fatturato veniva da lui é partito un lavoro enorme dove pure io devo tarellare, come autore. Devo scrivere, insomma. Gli ho dato in meno di due ore diverse pagine e mi fa, ti adoro. Sa che non deve mettermi in mano nulla ma quanto a scrivere non ho rivali (beh, senza ovviamente contare gli alieni alla Cormac Mac Carthy eh…), qualunque soggetto, sport economia moda motori musica, mi informo in un amen e ci scrivo sopra una sceneggiatura, un discorso, un dialogo, etc etc. Posso scrivere conw un adolescente o un manager di 60 anni,lui bravissimo in editing, posizione luci, Color grading, cambi obiettivi e accessori e un mago del drone, io nello scrivere e pianificare dietro le quinte se serve. Un altro come lui è Zanone Marco. In due fanno il lavoro di 10, e ho le prove per dirlo… E io sono in grado di scrivere e pianificare come un team di 4. “non fare niente altro”, mi tiene a bada su tutto il resto.

Ah già, mi fa da consulente sulla preparazione fisica dei miei 7 atleti, sa a memoria qualunque cosa riguardi muscoli e loro biomeccanica, potrebbe insegnare a scienze motorie in Master. Ma se aprite la sua macchina inorridirete, mai visto tanto disordine, e lo dico io… Una roba allucinante. Attrezzature, palloni da basket, sacchi a pelo, materiale sportivo e tecnologico, “in macchina devo avere tutto”. Ho un solo merito : da quando aveva 12 anni, ha sempre fatto quello che ha voluto. Zero regole e zero vincoli, scuola compresa. E l’attimo fuggente come filosofia da seguire. Film come Natural Born killer visti a 12 anni, le pagine su droga e sesso e pedofilia mai nascoste anche nelle medie.

Boh, per ora è andata bene